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Lo sciroppo di glucosio-fruttosio: facciamo attenzione agli snack e alle bevande soprattutto per i più piccini

Lo sciroppo di glucosio-fruttosio

facciamo attenzione agli snack e alle bevande soprattutto per i più piccini

Lo sciroppo di glucosio-fruttosio consiste in zuccheri diffusissimi nell’industria dolciaria non hanno nulla di naturale a dispetto del loro nome (glucosio o fruttosio) e derivano dalla modificazione industriale di zuccheri complessi di riso o di mais https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27768909.  Se vediamo la dicitura sciroppo di glucosioin realtà stiamo parlando di un mix di zuccheri glucosio e fruttosio in proporzioni variabili. Tanto più è elevata la presenza di fruttosio e tanto più è elevata la solubilità in acqua ed il potere edulcorante cioè di dolcezza. Il fruttosio sviluppa il massimo potere edulcorante in presenza di forte acidità e a basse temperature, infatti nelle bibite gassate come ad esempio la coca cola sono presenti acidi inorganici proprio per aumentarfne l’acidità. Quindi, di fatto questo sciroppo è molto utilizzato oltre che negli snack, anche nelle bevande analcoliche e nelle bevande gassate che spesso diamo propio ai bambini.

Inoltre ci sono studi che avrebbero delle basi per indicare che l’eccesso di zucchero sarebbe implicato nel deficit cognitivo e nell’iperattività dei bambini.

Gli zuccheri in questione vengono assorbiti molto rapidamente passando nel circolo ematico e nel fegato vengono trasformati in trigliceridi (grasso). E’ bene limitarne il consumo di sciroppo di glucosio-fruttosio soprattutto per i più piccini perché ci sono evidenze scientifiche che ci dicono che questi zuccheri oltre all’aumento della massa grassa, modificano il metabolismo tanto da aumentare il rischio di patologie come steatosi epatiche (fegato grasso), diabete, cardiopatie e tumori.

Vogliamo davvero tutto questo?

Abbiate a cuore la salute dei vostri figli. La salute inizia con l’alimentazione e inizia da piccoli, di questo noi adulti ne abbiamo la responsabilità.

Dottoressa Sonia Trebaldi

Biologa Nutrizionista Dietista Master di II livello in nutrizione nutraceutica e dietetica applicata

LO PSICOLOGO DI BASE E DEL BENESSERE PER UNA COMPLETEZZA DELLE CURE PRIMARIE AL SERVIZIO DEL CITTADINO

Si evidenzia, da una serie di anni, la necessità, da parte dei medici di medicina generale, di inviare o approfondire le problematiche dei loro assistiti da un punto di vista psicologico e relazionale.

I pazienti che accedono al servizio di base o dal medico specialista soffrono molto spesso di disturbi psicosomatici o di comportamenti ed abitudini dannose per la loro salute o, ancor peggio, di vere e proprie dipendenze patologiche.

È bene considerare, inoltre, tutta una serie di problematiche di salute che scaturiscono da situazioni familiari ed affettivo-relazionali complicate ed a volte pericolose.

Molto spesso anche pazienti che hanno una serie di problematiche legate alla malattia fisica hanno comunque la necessità di essere supportati anche a livello psicologico poiché l’aspetto emotivo gioca in loro un ruolo molto influente sulla salute (cardiopatie, ipertensione, disturbi e patologie gastrointestinali, diabete, obesità, patologie ginecologiche ed urologiche, dermatiti e malattie della pelle, ecc).

La prevenzione del disagio e promozione della salute è dunque una componente imprescindibile ed integrante dell’azione tipica “sanitaria”, assieme a componenti quali la diagnosi e la terapia, e contribuisce a costruire la sua identità complessiva, rendendola efficace.

Tale ambito è variamente connotato in senso psicologico, sia in ordine alla prevenzione/promozione della salute di area psicologica ed emotivo-relazionale, sia nella più generale promozione di comportamenti ed atteggiamenti legati alla salute, ai metodi ed ai modelli di intervento che caratterizzano tali attività e che sono di natura strutturalmente psicologica.[1] La prevenzione e promozione della salute e del benessere psicologico è per definizione una competenza tipica psicologica. Gli atti tecnici di prevenzione psicologica e psicosociale (ovvero, quelli rivolti alla prevenzione non solo delle patologie, ma anche dei disagi, dei malesseri e delle problematiche di tipo cognitivo, emotivo – motivazionale e relazionale, ed alla consulenza e promozione attiva del benessere e della salute in questi ambiti) si basano infatti, in maniera facilmente verificabile, su un’ampia letteratura scientifica internazionale, testimone di una pluridecennale attività di teorizzazione, ricerca, applicazioni e modellizzazioni teorico-pratiche di origine e natura espressamente psicologica.

Oltre alla palese dimensione di ricerca scientifica internazionale, per la quale sussiste nei soli database bibliometrici psicologici un corpus di oltre 50.000 articoli scientifici prodotti nel mondo negli ultimi decenni sul tema della prevenzione e della promozione della salute tramite metodi e modelli psicologici[2], da un punto di vista di definizione normativa e del relativo mandato sociale la professione di psicologo riconosce tale afferenza tipica – e i relativi requisiti formativi per poterle esercitare – anche dal dettato della L. 56/89, del DPR. 328/2001 e della L. 170/2003.

Da diversi anni la psicologia si avvale della collaborazione di medici in ambiti e discipline diverse che vanno dal medico di base alla medicina specialistica.

L’accesso alle cure, in un periodo come quello attuale in cui curarsi è diventato un beneficio troppo costoso, è sempre più difficile anche se molti ne sentono l’esigenza.

Il consiglio Regionale delle Marche ha approvato il 10 maggio 2016 la mozione a sostegno dell’istituzione della figura dello psicologo delle cure primarie quale importante professionista da affiancare al medico di base per il servizio al cittadino.

Il progetto della nostra Associazione pertanto vorrebbe offrire delle cure psicologiche di base per tutti i pazienti inviati a fare una prima diagnosi e soprattutto un primo importante orientamento ad un percorso terapeutico per il recupero dell’equilibrio interiore.

Lo psicologo non si deve occupare soltanto di curare ma anche e soprattutto di prevenire ed educare al benessere. Lo scopo di questo progetto è di arrivare a migliorare la qualità di vita di ogni persona che accede al servizio e, di conseguenza, dei loro famigliari.

Visti i buoni risultati raggiunti ad oggi dalle cure psicologiche e considerata la necessità di offrire ai cittadini una qualità di cura migliore e più completa, non solo dal punto di vista della saluta fisica ma anche di quella psicologica, si presenta questo progetto che vuole essere di consolidamento per una collaborazione duratura e strutturata tra medici e psicologi del benessere.

Si sa bene, ormai da anni, che l’intervento sull’essere umano deve avvenire nella sua completezza e totalità ed un approccio multidisciplinare è alla base del positivo risultato di tale metodica.

Altro aspetto molto importante riguarda il risparmio di risorse economiche per la Sanità poiché è stato appurato come l’intervento psicologico riduca l’accesso in ospedale per un alto numero di pazienti e diminuisca la richiesta di farmaci e psicofarmaci (ansiolitici, antidepressivi, ecc).

La finalità ultima e trasversale è quella di dare dei benefici sia ai pazienti che allo staff medico poiché l’approccio integrato multidisciplinare è la modalità di cura innovativa attualmente presentata come la migliore.

Lo psicologo non deve essere considerato come la scelta conseguente solo a delle situazioni problematiche di salute psichica o relazionale ma anche una grande risorsa che abbraccia una vasta gamma di possibilità di miglioramento su più campi ed aree di vita.

Considerando tale risorsa si vanno a delineare i campi di intervento dove lo specialista può portare il suo contributo poiché gli studi e le esperienze fatte dai professionisti spaziano proprio in tutti i settori:

  1. Sanità (prevenzione e cura)
  2. Scuola (infanzia, elementari, medie, superiori)
  3. Lavoro (orientamento, reinserimento, …)
  4. Famiglia (disagio, relazioni, patologie, dipendenze, …)
  5. Giovani ed adolescenti (abusi, bullismo, cyber-dipendenze, tossicodipendenze, dipendenza da gioco…)
  6. Bambini (disturbi, rapporti genitori- figli, abusi, molestie, …).

Il contributo dello psicologo di base può essere molto vario e completo e dare la possibilità all’assistito di essere aiutato o indirizzato verso la giusta soluzione del suo disagio o problema.

OBIETTIVI                                                          

· Fornire gratuitamente ai pazienti un servizio di psicologia di base per un’identificazione precoce di problematiche comportamentali di varia natura che ostacolano il naturale svolgimento della vita della persona ed in alcuni casi comportano il cronicizzarsi di vere e proprie patologie (dipendenze, disturbi alimentari, dipendenza da sostanze, disturbi d’ansia, depressione, ecc.)

· Stimolare l’assunzione di condotte comportamentali ed ideative facilitanti il recupero di risorse positive ed abilità personali (life skills) per affrontare in maniera efficace e proattiva le situazioni quotidiane, relazionali, affettive e sociali

· Migliorare il livello della qualità di vita generale dei pazienti ed anche delle loro famiglie

· Costituire per i pazienti e per le loro famiglie, un punto di riferimento importante che contenga le loro ansie e paure, che stimoli comportamenti efficaci e collaborativi anche con le strutture sanitarie ed i professionisti di riferimento dove predisporre un invio alle Strutture Sanitarie convenzionate con il S.S.N.

· Migliorare la consapevolezza e la considerazione che il paziente ha della propria salute e del benessere psicologico anche in riferimento all’ascolto continuo del proprio corpo e delle proprie sensazioni senza ansie ed atteggiamenti ossessivi ma con atteggiamento proattivo e positivo.

  • Prevenire comportamenti dannosi e disfunzionali che portano all’insorgere del disagio psicologico con conseguente cronicizzarsi di una patologia psicosomatica.
  • Presa in carico dello stato di malessere psichico del soggetto conseguente ad un quadro clinico generale di malattia fisica.
  • Aumentare lo stato di attivazione dell’aurosaul, di autoefficacia nel gestire gli eventi della propria vita con conseguente beneficio sulla propria autostima e del benessere psicofisico e socio relazionale.
  • Stimolare la propria capacità di far fronte ad eventi stressanti (lutto, malattie, terremoto) per poter mettete in atto comportamenti positivi per la risoluzione degli stessi (resilienza).

[1]Il Tariffario-Mansionario dell’Ordine Nazionale degli Psicologi del resto riconosce e classifica professionalmente già da anni le relative attività di merito; cfr. http://www.psy.it/tariffario.html, punti 48-51 direttamente (e indirettamente anche altri).

[2] Cfr. su PsychInfo, PubMed, e altri repository scientifici liberamente accessibili online.

NUTRIZIONE E DISTURBI NEUROPSICHIATRICI. PROSPETTIVA CONCRETA DI UN APPROCCIO BIOPSICOSOCIALE

NUTRIZIONE E DISTURBI NEUROPSICHIATRICI. PROSPETTIVA CONCRETA DI UN APPROCCIO BIOPSICOSOCIALE

Oggi stiamo affrontando una vera crisi nutrizionale. La dieta occidentale ad alto contenuto di grassi ed energia ma priva di nutrienti e sostanze bioattive, è associata a deficit cognitivo e disturbi neuropsichiatrici come la demenza. In tutto il mondo le malattie psichiatriche stanno aumentando fortemente. E’ oramai appurato che tali patologie hanno una base multifattoriale, quindi sono responsabili più fattori:

  • Genetica
  • Infiammazione
  • Squilibrio dei neurotrasmettitori
  • Stile di vita

Molte sono le evidenze scientifiche che mettono in evidenza il ruolo di altri fattori come

  • la nutrizione

In questa ottica l’approccio psico-socio-nutrizionale secondo il metodo bio psico sociale è sicuramente il modo migliore per trattare i disturbi neuropsichiatrici poiché essendo delle patologie multifattoriali non possono essere trattati solamente dal punto di vista psicoterapico o solo farmacologico ma anche dal punto di vista nutrizionale e di life styling. Il coaching nutrizionale è uno strumento non farmacologico, economico oltre ad essere promettente per la prevenzione e il trattamento dei disturbi neuropsichiatrici. In uno studio pubblicato nel The American Journal of Psychiatry è emerso che la consulenza nutrizionale è efficace quanto la psicoterapia. Nello studio si è visto che il supporto nutrizionale è risultato efficace nel ridurre del 50-60% i sintomi depressivi e nel migliorare la qualità di vita dei pazienti con sintomi depressivi subclinici.   La dieta occidentale ricca di grassi e/o di zuccheri porta ad un aumento dello stress ossidativo che è causato da una parte dalla caratteristica carenza di vitamina C in tale stile alimentare e dall’altra dall’aumento dello stress ossidativo che ne causa la deplezione essendo la vitamina C un antiossidante che quindi cerca di ovviare allo stress ossidativo. lo stress ossidativo causa un’alterazione del fattore di crescita BDNF (fattore neurotrofico derivante dal cervello); il BDNF è una proteina coinvolta nella sopravvivenza e nel differenziamento neuronale, nella plasticità sinaptica, nella formazione delle sinapsi e nella neurogenesi del cervello adulto. La carenza di vitamina C porta anche alla alterata produzione dei neurotrasmettitori neuroamminergici Tutte queste alterazioni si sono riscontrate nella regione della corteccia frontale e dell’ippocampo delle cavie a studio interessando le funzioni cognitive, mnemoniche e dello spazio a testimoniare l’associazione fra la dieta occidentale e Alzheimer

In cervello fa affidamento su vitamine, minerali, amminoacidi e grassi forniti attraverso la dieta. Il nostro stile di vita e la spinta commerciale dei mass media ci porta ad assumere cibi ad alta densità calorica, ma nutrizionalmente vuoti. Di conseguenza siamo sovralimentati ma denutriti. In particolare siamo carenti di tutti quegli elementi che regolano le funzioni cognitive come la vitamina C di cui abbiamo parlato, le vitamine del gruppo B, l’acido folico, il magnesio e lo zinco. Tutto questo scenario in cui si somma il basso apporto di fibra da verdura e frutta predispone ad un intestino permeabile che causa a sua volta un aumento della risposta immunitaria e a una neuro infiammazione cronica che è una delle principali cause della malattia mentale. Infatti le citochine molecole derivanti dall’aumento dell’infiammazione sono coinvolte nella fisiopatologia dei disturbi neuropsichiatrici come la depressione e l’ansia.

L’intestino permeabile oltre che da quanto esposto può essere causato da un contatto cronico con il glutine sia in soggetti celiaci che non celiaci. La gliadina del glutine costantemente a contatto con gli enterociti (cellule dell’intestino) porta a una sovra espressione della zonulina, proteina che legandosi ai specifici recettori causa l’apertura delle giunzioni serrate permettendo il passaggio di allergeni, batteri dall’intestino al sangue causando infiammazione.

Oggi in base alle conoscenze che abbiamo a disposizione non è più pensabile trattare i disturbi neuropsichiatrici su un solo fronte ma deve farsi strada un modello di trattamento integrato psicoterapico, farmacologico, nutrizionale e di stile di vita con il paziente al centro.

Dott.ssa Sonia Trebaldi

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29655945

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4083759/

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30223263

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16635908